< Pagina:Le mie prigioni.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

( 78 )

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le mie prigioni.djvu{{padleft:90|3|0]]

Capo XXV.

_______


Il ragazzo era uscito; ed io provava un certo godimento di aver ripreso in mano la Bibbia; d’aver confessato ch’io stava peggio senza di lei. Mi parea d’aver dato soddisfazione ad un amico generoso, ingiustamente offeso; d’essermi riconciliato con esso.

— E t’aveva abbandonato, mio Dio? gridai. E m’era pervertito? Ed avea potuto credere che l’infame riso del cinismo convenisse alla mia disperata situazione? —

Pronunciai queste parole con una emozione indicibile; posi la Bibbia sopra una sedia, m’inginocchiai in terra a leggere, e quell’io che sì difficilmente piango, proruppi in lagrime.

Quelle lagrime erano mille volte più dolci di ogni allegrezza bestiale. Io sentiva di nuovo Dio! lo amava! mi pentiva d’averlo oltraggiato degradandomi! e protestava di non separarmi mai più da lui, mai più!

Oh come un ritorno sincero alla religione consola ed eleva lo spirito!

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.