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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le mie prigioni.djvu{{padleft:97|3|0]]forza; mi facea sentire una certa voluttà del dolore, la compiacenza di non soggiacere, di vincer tutto.
Io dicea: Quanto più dolorosa mi si fa la vita, tanto meno sarò atterrito, se, giovane come sono mi vedrò condannato al supplicio. Senza questi patimenti preliminari sarei forse morto codardamente. E poi, ho io tali virtù da meritare felicità? Dove son esse?
Ed esaminandomi con giusto rigore, non trovava negli anni da me vissuti, se non pochi tratti alquanto plausibili: tutto il resto erano passioni stolte, idolatrie, orgogliosa e falsa virtù. — Ebbene, concludeva io, soffri, indegno! Se gli uomini e le zanzare t’uccidessero anche per furore e senza diritto, riconoscili stromenti della giustizia divina, e taci!