< Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

giornata quarta. 489

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le opere di Galileo Galilei VII.djvu{{padleft:497|3|0]]

Salv. Mirabile e veramente angelica dottrina: alla quale molto concordemente risponde quell’altra, pur divina, la quale, mentre ci concede il disputare intorno alla costituzione del mondo, ci soggiugne (forse acciò che l’esercizio delle menti umane non si tronchi o anneghittisca) che non siamo per ritrovare l’opera fabbricata dalle Sue mani. Vaglia dunque l’esercizio permessoci ed ordinatoci da Dio per riconoscere e tanto maggiormente ammirare la grandeza Sua, quanto meno ci troviamo idonei a penetrare i profondi abissi della Sua infinita sapienza.

Sagr. E questa potrà esser l’ultima chiusa de i nostri ragionamenti quatriduani: dopo i quali se piacerà al signor Salviati prendersi qualche intervallo di riposo, conviene che dalla nostra curiosità gli sia conceduto, con condizione però che, quando gli sia meno incomodo, torni a sodisfare al desiderio, in particolare mio, circa i problemi lasciati indietro, e da me registrati per proporgli in una o due altre sessioni, conforme al convenuto; e sopra tutto starò con estrema avidità aspettando di sentire gli elementi della nuova scienza del nostro Accademico intorno a i moti locali, naturale e violento. Ed in tanto potremo, secondo il solito, andare a gustare per un’ora de’ nostri freschi nella gondola che ci aspetta.


Il Fine

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.