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LA LETTERA.

Alla meridïana ôra di maggio
Sotto limpido ciel movonsi i pioppi
Tremoli e le distese praterie.
Chi sino ai campi che l’aratro inverte
Non crede unito il mar della verzura?
Pure tra i fiori e l’erbe occulti rivi
Parton l’ime radici. In fondo ai prati,
D’ingenti olmi difesa il tergo e l’ali,
Siede una casa candida. Chi mai
Dall’arsa polve della via maestra
Ove sue cure il premono ed il tempo,
Beati non dirà gli abitatori
Di quella casa candida?

  Nell’alta
Sala di vecchie storie e di bizzarri
Stucchi adorna correano il vento e il sole
Dalle finestre e da capace porta
A mezzogiorno verso i prati aperte.
In un angol sedeva la signora

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