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  Stretti, serrati insiem come due sposi
Delle prime carezze all’indomani,
Soli camminavam per misteriosi
Silenzi, all’ombra delle querce immani:
E dalle vesti sue, dagli odorosi
Capegli usciano quei profumi arcani,
Quei profumi di carne e di salute
Che vanno al cor per vie non conosciute.

  Al margine del guado alfin venuti
Un pensiero ci colse all’improvviso.
E così ci fermammo irresoluti,
Così tra la vergogna e tra il sorriso.
Eravamo soletti e non veduti
Ed arrossendo ci guardammo in viso:
Con un fruscio gentil l’acqua fuggiva
E dovevam passar sull’altra riva.

  Pur mi feci coraggio e dissi: vieni.
Vieni, ti porterò tra le mie braccia:
Ella disse di sì, rise e i sereni
Occhi mi fisse arditamente in faccia.
Io mi sentii fuggir su per le reni
La voluttà come una lama diaccia;
La lingua ribellossi alla parola
E il cor parea che mi saltasse in gola.

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