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LX.

  Chi potesse ridir quanto l’amai
Questa bianca beltà che par di cera,
Questa beltà che non sorride mai,
Che mai non piange e s’abbandona intera!

  Quante volte a quest’occhi domandai
Un lampo sol di voluttà sincera,
E quante volte l’anima cercai
Nel bacio suo, ma l’anima non c’era;

  E quante volte nel secreto letto
Questo foco fatal che mi divora.
Folle, tentai di suscitarle in petto;

  E quante volte del dolor nell’ora,
Quando sanguina il cor, l’ho maledetto
Questo spettro d’amore, e l’amo ancora!

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