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RIME

I.


  Fitte nel capo mio ronzan le rime
come nell’alvear d’api uno sciame,
che colse il miei dalle corolle opime
nel vagabondo errar da stame a stame.

  Lo colse per le valli e per le cime,
senza fren di regina o di reame,
e se il libero voi non fu sublime,
l’ala fu pari alle modeste brame.

  L’alba le vide uscir col primo lume
e la sera tornar nell’ore estreme,
pel seren, per la piova e per le brume

  ed io che tutte le conosco a nome,
le veggo lavorar ronzando insieme
e poi fuggir di nuovo e non so come.


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