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  Forse, e questo pensier più mi
Non ti ricordi più del tuo passato,
21E godendo contenta
La casta pace d’un imen beato.
Baci col labbro pio
24I figli d’un amor che non fu il mio.

  Nel tempo anch’io sperai che pur
Che spegne pure ogni dolor più greve.
27Ti volli creder morta
Perchè scordarsi degli estinti è lieve,
E dissi al cor mio gramo.
30Dissi all’anima mia: dimentichiamo.

  Invan. Da quella notte io porto in core
Come una piaga che guarir non vuole:
33Chiuso nel mio dolore
Odio la terra, maledico il sole.
Maledico la vita.
36Perchè non spero più; tu sei partita

  E partita per sempre! e pur se sento
La piova ancor che dalle gronde scroscia
39E a mezza notte il vento
Sonar come un lontano urlo d’angoscia,
Dal mio guanciale il volto
42Levo e le voci della notte ascolto.

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