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PER UN GIORNALE
CHE S' INTITOLAVA
DA
TITO LIVIO CIANCHETTINI
MATTOIDE PERIPATETICO
MORTO MISERO
E LIBERO
I.
Vecchio, lacero, scalzo e rassegnato
all’ingiurie del vento e della piova,
dell’umana follìa misera prova,
4l’antico tribolar t’ha consumato.
Nella nebbia dei sogni hai brancolato
come fa l’ebbro, che il cammin non trova,
inseguendo un’idea malcerta e nuova
8tortura e strazio al tuo pensier malato.
Ludibrio de’ pasciuti, ogni amarezza
soffristi lungo la dolente via,
11senza un’ora di pace o di dolcezza.
Lieve la poca terra ora ti sia
dove riposi!.... Dell’altrui saggezza
14era forse miglior la tua pazzìa.
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