< Pagina:Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
24 P R I M A

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu{{padleft:107|3|0]]

70Assai men fia ch’Italia co’ suoi figli
  Si desti al suon del tuo chiaro sermone
  Tanto che per GESÙ la lancia pigli:
  Che, s’al ver mira questa anticha madre,
  In nulla sua tenzone
  75Fur mai cagion’ sì belle o sì leggiadre.
Tu c’hai, per arricchir d’un bel tesauro,
  Volte l’antiche e le moderne carte,
  Volando al ciel con la terrena soma,
  Sai dall’imperio del figliuol di Marte
  80Al grande Augusto; che di verde lauro
  Tre volte trionfando ornò la chioma;
  Nell’altrui ingiurie del suo sangue Roma
  Spesse fiate quanto fu cortese:
  Ed or perchè non fia
  85Cortese no, ma conoscente, e pia
  A vendicar le dispietate offese
  Col figliuol glorioso di Maria?
  Che dunque la nemica parte spera
  Nell’umane difese
  90Se CRISTO sta dalla contraria schiera?
Pon’ mente al temerario ardir di Serse;
  Che fece per calcar i nostri liti
  Di novi ponti oltraggio alla marina:
  E vedrai nella morte de’ mariti
  95Tutte vestite a brun le donne Perse,
  E tinto in rosso il mar di Salamina;
  E non pur questa misera ruina
  Del popolo infelice d’oriente
  Vittoria ten’ promette;
  100Ma Maratona, e le mortali strette
  Che difese il Leon con poca gente;
  Ed altre mille, c’hai ascoltate, e lette.
  Perchè inchinar a Dio molto convenne
  Le ginocchia, e la mente,
  105Che gli anni tuoi riserva a tanto bene.

Tu

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.