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  Per far forse pietà venir negli occhi
  35Di tal che nascerà dopo mill’anni;
  Se tanto viver può ben culto lauro.
L’auro e i topazj al Sol sopra la neve
  Vincon le bionde chiome, presso a gli occhi
  Che menan gli anni miei sì tosto a riva.
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SONETTO XXIV.

Q
Uesta anima gentil che si diparte

  Anzi tempo chiamata all’altra vita;
  Se lassuso è, quanto esser de', gradita;
  4Terrà del ciel la più beata parte.
S’ella riman fra ’l terzo lume, e Marte,
  Fia la vista del Sole scolorita,
  Poi ch’a mirar sua bellezza infinita
  8L’anime degne intorno a lei fien sparte.
Se si posasse sotto al quarto nido,
  Ciascuna delle tre saria men bella,
  11Ed essa sola avria la fama, e ’l grido.
Nel quinto giro non abitrebb'ella:
  Ma se vola più alto, assai mi fido
  14Che con Giove sia vinta ogni altra stella.



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