< Pagina:Leila (Fogazzaro).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leila (Fogazzaro).djvu{{padleft:373|3|0]]



CAPITOLO DECIMOQUARTO.


Una goccia di sangue paterno.


I.


Lelia volle che il pranzo le fosse servito da Teresina invece che da Giovanni, le parlò di varie cose indifferenti molto affabilmente. La cameriera, vedendola così amabile, si arrischiò a un discorso delicato. Le riparlò della siora Bettina che aveva intenzione di fare un viaggetto a Monte Berico. Ah quanto sarebbe stata felice Teresina di potervi andare anche lei! La Fantuzzo le aveva parlato di un Padre Servita, confessore meraviglioso. Non l’avrebbe fatta volentieri essa pure, la signorina, questa giterella? Era poi anche un gran bel posto, Monte Berico. La siora Bettina sarebbe una eccellente compagna di viaggio. Tanto buona, povera siora Bettina. Potevano partire alle sei. Alle otto erano a Vicenza e salivano a Monte Berico. A rigore avrebbero potuto ripartire alle undici. Ma poi non c’era premura, non mancavano treni per ritornare a casa. Lelia tacendo sempre, Teresina si offerse di parlarne alla Fantuzzo.

Lelia la guardò, trasognata, pensando Dio sa che.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.