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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo da Vinci scienziato.djvu{{padleft:11|3|0]]indagò le leggi del moto dei corpi liberi; scuoprì con esperienze ingegnosissime le leggi dell’attrito; riconobbe la impossibilità di creare la forza dal niente, e che di essa possiamo solo trasformare gli effetti; intuì il principio delle velocità virtuali; fu il primo ad avvertire alcuni ingenui amanti del perder tempo, dicendo: « o speculatori del moto perpetuo, andate con i cercatori dell’oro con i vostri vani disegni ».
Considerando la composizione dell’acqua fondò la idrostatica, e riconobbe un secolo prima del Pascal un principio, che nei libri scolastici viene attribuito ad esso. Cento anni prima del Castelli enunciò i principii fondamentali dell’idrodinamica e dell’idraulica; studiò l’acqua in tutte le condizioni che presenta sulla terra, e dirigendola opportunamente si propose di conseguire, ed ottenne infatti, con le eseguite canalizzazioni, effetti utili e svariati; stabilì la teoria dei vortici, che hanno origine quando l’acqua incontrando un ostacolo cambia il moto rettilineo in circolare— vorticoso.
Scavando un canale trovò dei fossili marini, sui quali si ripetevano dai dotti e dal vulgo i più strani e ridicoli pregiudizi; li esamina e tosto intuisce di essi la vera natura, la vera origine, e li considera giustamente quali documenti della storia della terra. Riconobbe come l’azione potente e continua delle acque correnti modifichi col tempo la superfice della terra, e scrisse: « Il Po dissecca l’Adriatico, nel modo stesso che ha messo a secco una gran parte della Lombardia », notò che « le pietre stratificate della montagna erano strati di fango depositati in fondo al mare ». Insomma, cercando negli effetti visibili la cagione con audace visione del passato, dette i fondamenti sicuri della Geologia.
Respinse le nozioni di astronomia di Aristotile, secondo il quale gli astri dovevano considerarsi incorruttibili; rompe con audacia cosciente le sfere che avrebbero rinserrato il mondo, che invece si estende all’indefinito; affermò che le leggi che governano il nostro pianeta sono leggi universali