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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo da Vinci scienziato.djvu{{padleft:4|3|0]]Quei manoscritti, ordinati da Leonardo soltanto nel suo pensiero, col quale vagheggiava la possibilità di poter compiere un’opera grande, riuniti in 120 libri, furono dall’autore stesso tenuti impenetrabili per evitare che le sue critiche delle dottrine scolastiche e le verità da lui scoperte fossero malamente comprese e aspramente combattute, e perchè non voleva essere obbligato, per le sue difese, a perdere il tempo che gli era necessario per i suoi molteplici lavori.
Anche Francesco Melzi tenne segreti i manoscritti Vinciani, perchè più difficile per lui sarebbe stato il farne una seria difesa; fece però un estratto del trattato della pittura, della scultura e dell’architettura, del quale lavoro furon fatte alcune copie, delle quali una fu comprata da B. Cellini.
Non sappiamo quali disposizioni abbia lasciato Leonardo nel suo testamento circa la pubblicazione dei suoi manoscritti; sappiamo però che egli desiderava che le sue scoperte non perissero e non fossero pubblicate col nome di altri.
Appena avvenuta la morte del Melzi, il figlio Orazio, ben diverso dal Padre, fece collocare in una soffitta della casa paterna una cassa contenente certe carte polverose e ingiallite di un certo Leonardo, morto allora da oltre 50 anni; e per liberarsi dall’ingombro che quelle carte gli recavano, le distribuì a ignoti richiedenti speculatori, di guisa che ben presto, passando esse da una persona all’altra, furono disperse, non solo in varie parti d’Italia, ma in Francia, in Inghilterra, nella Spagna.... per il mondo.
Volle fortuna che dopo alcuni anni, forse in omaggio al nome del grande artista, si trovassero, come si trovano, raccolte in piccola parte nelle biblioteche principesche di Windsor e di Torino, in parte in altre biblioteche pubbliche e private, ma in grandissimo numero nell’Institut de France, dove furono portate durante alcune vicende dolorose per l’Italia.
E qui è da notare che quelle carte, durante la loro dispersione e il loro sonno nelle biblioteche, poterono essere facilmente consultate dagli studiosi per loro personale profitto, e che pur facilmente alcuni di essi poterono dimenticarsi di