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Contro gl’interruttori delle sezioni cadaveriche.

Li abbreviatori delle opere fanno ingiuria alla cognizione e allo amore, con ciò sia che l’amore di qualunche cosa è figliolo d’essa cognizione, e l’amore è tanto più fervente quanto la cognizione è più certa, la quale certezza nasce dalla cognizione integrale di tutte quelle parte, le quali, essendo insieme unite, compongano il tutto di quelle cose che debbono essere amate.

Che vale a quel che per abbreviare le parte di quelle cose che lui fa professione di darne integral notizia, che lui lasci indietro la maggior parte delle cose di che il tutto è composto?

Gli è vero che la impazienza, madre della stoltizia, è quella che lalda la brevità; come se questi tali non avessino tanto di vita che li servissi a potere avere una intera notizia d’un sol particulare, come è un corpo umano! e poi vogliano abbracciare la mente di Dio, nella quale s’include l’universo, caratando e minuzzando quella in infinite parte, come l’avessino a notomizzare.

O stoltizia umana! non t’avvedi tu che tu se’ stato con teco tutta la tua età, e non hai ancora notizia di quella cosa che tu più possiedi, cioè della tua pazzia? e voli poi, colla moltitudine dei sofistichi, ingannare te e altri, sprezzando le matematiche scienze, nelle qual si contiene la vera notizia delle cose che in lor si contengano; e voi poi scorrere ne’ miracoli e scrivere e dar notizia di quelle

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