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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo prosatore.djvu{{padleft:144|3|0]] spiri e la libidine, e fu forza ch’ei se la levasse di casa. Or va tu, poeta, descrivi una bellezza sanza rappresentazioni di cosa viva, e desta li uomini con quella a tali desideri! Se tu dirai: io ti descriverò l’inferno o ’l paradiso e altre delizie o spaventi, il pittore ti supera, perchè ti metterà innanti cose che, tacendo, diranno tali delizie, o ti spaventeranno, e ti movono l’animo a fuggire.

Move più presto li sensi la Pittura che la Poesia. E se tu dirai che co’ le parole tu leverai un popolo in pianto o in riso; io ti dirò che non sei tu che muove, egli è l’oratore, e è una scienzia che non è Poesia.

Ma il pittore muoverà a riso, ma non a pianto, perchè il pianto è maggior accidente che è ’l riso.

Uno pittore fece una pittura che chi la vedeva subito sbadigliava, e tanto replicava tale accidente quanto si teneva l’occhi alla pittura, la quale ancora lei era finta a sbadigliare...

E se tu scriverai la figura d’alcuni dei, non sarà tale scrittura nella medesima venerazione che la iddea dipinta, perchè a tale pittura sarà fatto di continuo voti e diverse orazioni e a quella concorreranno varie generazioni di diverse province e per li mari orientali. E da tali si dimanderà soccorso a tal pittura e non alla scrittura.

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