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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo prosatore.djvu{{padleft:204|3|0]] mistione userai così: la polvere, perch’è cosa terrestre e ponderosa, e benchè per la sua sottilità facilmente si levi e mischi infra l’aria, niente di meno volentieri ritorna in basso, e ’l suo sommo montare è fatto dalla parte più sottile, adunque lì meno fia veduta e parrà quasi di colore d’aria; il fumo che si mischia in fra l’aria impolverata quanto più s’alza a certa altezza parrà oscura nubola, e vederassi ne le sommità più espeditamento il fumo che la polvere.
Il fumo penderà in colore alquanto azzurro, e la polvere terrà il suo colore; dalla parte che viene il lume parrà questa mistione d’aria, fumo e polvere molto più lucida che dalla opposita parte; i combattitori quanto più fieno infra detta turbolenzia meno si vederanno e meno differenzia fia dai loro lumi alle loro ombre.
Farai rosseggiare i volti e le persone e l’aria e li scoppettieri insieme co’ vicini, e detto rossore quanto più si parte dalla sua cagione più si perda; e le figure, che sono in fra te e ’l lume, essendo lontane, parranno scure in campo chiaro, e le loro gambe quanto più s’appresseran alla terra men fieno vedute, perchè la polvere è li più grossa e e più spessa.
E se farai cavalli correnti fori della turba, fa li nuboletti di polvere distanti l’uno dall’altro quanto po essere lo ’ntervallo de’ salti fatti dal cavallo, e quello nuvolo ch’è più lontano da detto cavallo men si vegga, anzi sia alto, sparso e raro, e ’l più presso sia più evidente e minore e più denso.