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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Leonardo prosatore.djvu{{padleft:60|3|0]] E nella famosa descrizione della tempesta:
(Farai) li alberi e l’erbe piegate a terra quasi mostrarsi volere seguire il corso dei venti, coi rami storti fuor del naturale corso e le scompigliate e racconciate foglie. | (Farai) li alberi e l’erbe piegate a terra, quasi mostrarsi voler seguire il corso de’ venti coi rami storti fori del naturale corso e con le scompigliate e rovesciate foglie. |
(Solmi, p. 307; Beltrami, p. 147). | (Ash. I, 21 r.; trascriz. Ravaisson-Mollien; il Ludwig, par. 147, ha: roversiate). |
Nella figurazione del Diluvio:
.... alcuni si gittavano dalli alti scogli, altri si stringevano la gola colle proprie mani, alcuni pigliavan li propri figliuoli, e con grande rapidità li sbattevan interi... | .... alcuni si gittavano dalli alti scogli, altri si stringeva la gola colle propie mani, alcuni pigliava li propi figlioli, e con grande ràpito li sbatteva in terra... |
(Solmi, p. 316; Beltrami, p. 152). | (Richter, par. 327). |
E in un’altra delle descrizione più celebri:
.... e fare le bocche d’alcuno vecchio, per maraviglia delle audite sentenze, tenere la bocca con le sue streme basi, tirarsi dirieto molte pieghe de le guancie... | .... e fare le bocche d’alcuno vecchio, per maraviglia delle audite sentenze, tenere la bocca con i sua stremi bassi, tirarsi dirieto molte pieghe de le guancie... |
(Solmi, p. 340; Beltrami, p. 142). | (Ash, I, 21 r. ; trascr. Ravaisson). |
Nella lettera sul gigante fantastico che coi calci «gittava li omini per l’aria, i quali cadeano non altrimenti sopra gli altri omini come se stata fussi una spessa grandine»:
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