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XVII

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Fuggano di buon’ora
  L’infido pesce e tristo;
  Perchè tra i pesci ancora
  E’ il rio co’ buoni misto.

Il Luccio cattivello
  Spesso i vicini morde;
  Fuggano il luccio fello,
  E le sue canne ingorde.

La linda sardelluccia
  Essa ha il cor puro e schietto;
  E coll’argentea buccia
  Fede ne fa all’aspetto.

Non abbian schivi a vile
  Nè chiamino palustre
  La Tinca, che gentile
  Quì vanta sangue illustre.

Amin quel dolce amico
  (Se nominarlo lice)
  L’abitator più antico
  Di quest’acqua felice:

[1]

  1. lini c’è disordine e negligenza; e vivono appena nati in libertà capricciosa, e incontrano mille pericoli, e assai sono mangiati dagli altri pesci adulti. Rondeletius de piscibus Lib. IV. Cap. VI. de educatione piscium & c.
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