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XIX

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Ma se vagando egli ode
  Dal remo infranta l’onda,
  Fuggire è allor da prode,
  Allor s’appiatti e asconda.

Per queste ondose strade
  Dopo l’incauto spasso
  Più d’uno errando cade
  In tesa rete, o in nasso.

Un filo si distende
  Da tremolante canna,
  E tal dolc’esca pende
  Che spesso i ghiotti inganna.

Deh per pietà nessuno
  Bramoso apra la bocca:
  Più utile è il digiuno,
  Misero chi la tocca.

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