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Ma se vagando egli ode
Dal remo infranta l’onda,
Fuggire è allor da prode,
Allor s’appiatti e asconda.
Per queste ondose strade
Dopo l’incauto spasso
Più d’uno errando cade
In tesa rete, o in nasso.
Un filo si distende
Da tremolante canna,
E tal dolc’esca pende
Che spesso i ghiotti inganna.
Deh per pietà nessuno
Bramoso apra la bocca:
Più utile è il digiuno,
Misero chi la tocca.
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