Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
dans venise la rouge | 101 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:108|3|0]] quello, che magìa invincibile, questo volto umano, dipinto da un grande pittore, il volto umano di una sconosciuta che tre o quattrocento anni fa visse, amò, odiò, pianse, agonizzò, sparve; il volto umano di uno sconosciuto che esercitò tutte le virtù, forse, o tutti i vizi e perì come un martire o come un carnefice! O piccole infanti di Spagna, smorte, superbe, tristi e fiere anche della vostra tristezza e fiere del vostro destino di grandezza e di dolore, piccole infanti di Spagna del grande Velasquez, o borghesi dai visi gonfii, dai visi travagliati che Rembrandt rese con una inarrivabile possanza di vita, o gentiluomi italiani dal volto profondo di malinconia serena come il divino Violinista di Raffaello, o dal volto imperioso e crudele come quello di Cesare Borgia, ritratti di Leonardo e ritratti di Tiziano, ritratti di Paolo Veronese e di Raffaello, chi, chi mai resisterà al fluido di vita che emana da voi, mentre, tutte le altre parvenze di arte sembrano cosa morta? È bastato l’ambiguo vostro sorriso, Monna Lisa del Giocondo, a far sognare, da centinaia di anni, chiunque senta che il più