< Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

viaggio a cosmopoli 175

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:182|3|0]]mattinata di domenica, essi possono avere la rivelazione di una creatura palpitante di vita, che si agita sulla scena, come nella sua stanza e che dice le parole vere del dolore e della gioia. E tutti gli altri, infine, di questa Cosmopoli, ci vanno per snobismo, snobismo della nobiltà, poiché le poltrone e i palchi sono occupati dalla più alta società: snobismo del denaro, perchè costa molto l’andarvi; snobismo della consuetudine, perchè tutti vi vanno. E, così, in quella sala vasta e non mancante di eleganza, Cosmopoli manda tutto il suo blasone, tutti i suoi cappelli chiari, tutti i suoi brillanti cosmopolitani, tutti i suoi volti così varii, così dissimili, così mai visti, e un pubblico dei più strani si forma, appartenente alle classi più diverse, con anime le più differenti, e, quindi le più difficili ad amalgamare e a trascinar seco. Fra la folla delle duchesse francesi, delle ladies inglesi, delle principesse russe e delle arciduchesse austriache, io ho visto, ieri, una signora indiana, vestita del costume indiano, una specie di tunica rossa, col manto rosso ricamato d’oro, sulla testa, una donna

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.