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176 | lettere d’una viaggiatrice |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:183|3|0]]piccola e snella, con un viso color di uliva! Questo pubblico si sventola — pelliccie e ventagli, vestiti bianchi e boa di piume, ecco l’unione costante — chiacchiera a bassa voce, flirta un poco, sorride da un posto all’altro, esce negli intervalli nel grande atrio che è un giardino d’inverno tutto fiorito, passeggia, discorre, rientra al suono del campanello: ma, di atto in atto, il suo spirito multanime si va fondendo, le sue varie crescenti emozioni si riuniscono in una emozione identica, ma le sue mani corrette si levano ad applaudire vivamente, ma quando la seconda mistress Tanqueray dice le ultime parole che chiudono la sua vita insaziata di purezza e d’idealità, ma quando Margherita Gauthier lascia i suoi poveri fiori sulla tavola della sua casa di campagna, dove fu felice troppo, e quasi non può fisicamente staccarsi delle braccia del suo amante, allora Cosmopoli ha un cuore solo e i fazzoletti ove tutte le corone della terra sono ricamati anche le corone d’immaginazione delle demi-mondaines, asciugano le lacrime di