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242 | lettere d’una viaggiatrice |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:249|3|0]]fiera e gloriosa di questo figlio e la vita di lui dev’essere stato il periodo più soave e più amoroso della sua esistenza. Non andò, ella, forse, nello Zululand, questa povera madre dolorosa, non andò nel posto selvaggio e inospite, dove il suo bel figliuolo era morto, un anno dopo, non percorse forse coi suoi piedi, tutto il terreno d’Africa dove suo figlio era caduto, e interrogò quegl’indigeni e seppe da essi come egli aveva combattuto, valorosamente prima di perire, trafitto, in battaglia??...
Ora, il ritratto filiale sorride, dal suo quadro, all’ombra materna che lo guarda, che lo guarda con immutata tenerezza, benedicendolo nella vita e nella morte, sulla terra dove sparvero le orme dei suoi passi, e nel cielo dei prodi, dei puri, dove è Chi ha saputo vivere nobilmente anche una breve vita.
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In questo anno a villa Cyrnos erano con la imperatrice Eugenia il suo segretario, signor Franceschini Pietri e una sua dama di compa-