< Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

nella città del sogno 303

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:310|3|0]]riconosciuto. Alcuni di essi vi rimangono esposti quindici giorni, tre settimane, fino ad un mese e oltre: la preparazione del cadavere è talmente ben fatta, che esso può resistere oltre un mese. Quando assolutamente non si è trovato modo di identificare il cadavere e non si può lasciarlo più esposto, gli si fanno delle fotografie, insieme al suo numero d’ordine: e sotterrato il cadavere, la fotografia resta esposta, insieme ad altre, in un quadro, nella sala pubblica. Alle volte, solo con la fotografia ha luogo il riconoscimento. Quando io vi sono andata, il quadro delle fotografie ne conteneva sette od otto, su cui era impresso il numero d’ordine, la data del ritrovamento: fra quelle sette od otto fotografie, mi colpì la fisonomia di uno di quei morti, un uomo fra i quarantacinque e i cinquanta, fisonomia signorile, capelli e barba tagliati benissimo, un gentiluomo, infine. E non l’hanno mai riconosciuto! I vestiti dei morti riconosciuti, sono restituiti alle famiglie: quelli degli sconosciuti, si bruciano. Fino al 1883 si vendevano: dopo, fu proibita severamente simile turpitudine. La cu-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.