< Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

nella città del sogno 319

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:326|3|0]]per una lira e venticinque. L’altro giorno, al Palais Royal, ci hanno consegnato un avvisetto, dove un trattore c’invitava a pranzare da lui con due lire e cinquanta, con lo champagne... Vi dirò, anche, che la cucina è buona da per tutto, a cinquanta lire e a due lire e mezza. Tutto è illusione: e tutto è gentile inganno.

Ciò che è molto grazioso, molto simpatico, è la colazione, è il pranzo, in casa di alte relazioni, di conoscenze, di amici, qui. Forma costante, multipla, infinita di ospitalità francese: tutte le padrone di casa, a Parigi, dalla gran dama alla più umile borghese, sanno dare un pranzo o magnifico o elegante, o modesto, e lo danno, lo danno volentieri, con un organismo perfetto di mensa imbandita, di pietanze bene scelte e bene offerte, di servitù che serve a modo, senza bisogno di darle neppure un solo ordine. La più modesta padrona di casa


26

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:326|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.