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354 | lettere d’una viaggiatrice |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:361|3|0]]Egli la guarda, sorpreso: non risponde: non sa. Ella si tace: a occhi bassi, sogna.
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Come tutte le passioni ideali, l’amore della montagna è pieno di difficoltà: per appagarlo, quanti sforzi morali e materiali! Spezzare, volontariamente, le consuetudini di un anno, di anni, e alcune di esse molto care, e alcune di esse fatte sacre dal tempo; dividersi da ogni persona e da ogni cosa, totalmente, per mettersi nello stato di grazia particolare a una comunione perfetta con le altezze agognate; fare della propria nostalgia, della propria aspirazione, tutta la vita interiore: e crearvi, fuori, tutta una novella vita, assolutamente diversa dall’altra, fin allora vissuta. Ah che le montagne sono molto lontane e molto alte! Bisogna divorare chilometri e chilometri di ferrovia, in estate, in vagoni carichi di viaggiatori, in sleeping-cars, ove si soffoca di caldo, alla mattina.