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l’alta parrocchia | 389 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:396|3|0]]burroni, ha una ampiezza di linee, una nobiltà di linee, una solennità di linee, che vi immerge in un silenzio lungo di contemplazione e di ammirazione.
La valle di Challant, maestosa e silente, non è forse anche quella dei castelli mediovali, che, sparsi in tutta la valle di Aosta, sono, qui, più belli, più saldi, più fantastici? Laggiù, prima di partire, nelle praterie, intorno a Verrès, noi abbiamo lasciato il {{w:Castello di Issogne|castello d’Issogne]]; più innanzi, salendo un poco nella valle, il castello di Verrès; a metà strada, dove già s’incomincia a vedere Brusson, sotto la bianca montagna che porta il nome di Becca di Torche, ecco il w:Castello di Grainescastello di Graines. Issogne deve la risurrezione al talento e all’amore di un pittore di gran talento; la rocca di Verrès sembra che ancora stenda i neri speroni delle sue fortificazioni, per garentire la città, sulle rive della Dora Baltea: il castello di Graines è così solingo, nell’alta valle, è così lontano, così battuto dagli aquiloni d’inverno e con l’eterno spettacolo delle nevi alpine, innanzi alle sue negre torri cadenti!...