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390 lettere d’una viaggiatrice

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Ma la meta del viaggio, su per la grandiosa e superba valle di Challant, non è uno di quei bruni nidi di guerrieri e di dame: la meta è Ayas, lassù, lassù, dopo la graziosa stazione alpina di Brusson, dopo la traversata del colle di Joux, fatta da chi ha buone gambe e che non soffra di vertigini. Così bello questo colle... ha il suo sentiero stretto, senza riparo, ha da una parte un torrente e dall’altra un precipizio, dalla parete a picco; un immenso precipizio che i valligiani vi consigliano di non guardare. Anzi, semplicemente, vi consigliano di buttarvi nel torrente, se la gran manìa di gittarsi giù, che è il delirio della vertigine, vi sconvolga la mente e i nervi. Meglio il torrente che il precipizio... Quanto dura il sentiero? Chi lo sa... Per chi si fa prendere dal panico, è eterno. Chi vince il panico, ha già un buon punto, come alpinista: chi non lo soffre ed è un

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