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402 lettere d’una viaggiatrice

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Verso Busserailles cominciano a sparire i caratteri amabili e pure grandiosi della Valtournanche; le alte prode ricche di pini, le praterie di un verde fresco e pure intenso, i limpidi ruscelletti dall’acqua gelida, che canticchiando la vivace e cristallina canzone delle acque cadenti nella gran solitudine, vanno a raggiungere il fiume delle Marmore, il quale discende dai ghiacciai del Cervino e attraversa tutta la Valtournanche. La roccia appare sempre più brulla, sempre più nera: la valle si va restringendo sempre, fra due alte pareti di macigno, dove il cielo azzurro assume non so quale tinta fredda e triste, dove il sole resta pochissimo tempo, e l’aria è battuta da un gran vento freddissimo. Confusamente, insieme a un fragor sordo che più fortemente colpisce l’udito, già abituato al solito rumor del fiume, appare un ammasso titanico di rocce, che vi

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