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404 | lettere d’una viaggiatrice |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:411|3|0]]dal fracasso altissimo, da potervi permettere di avanzare; se i vostri occhi che si debbono avvezzare all’oscurità della immane grotta, non provano l’orrore di quello spettacolo che lievemente; se tutti i vostri nervi non sono vinti da uno sgomento fantastico, indicibile, sentendovi sospeso sopra un abisso, dove il fiume si dirupa, fuggendo, sentendovi sul capo le rocce chiuse e agglomerate, sentendovi così piccolo, così meschino, innanzi a quella forza, a quell’imponenza, a quella maestà e a quel furore, voi potete avanzare lungo il precipizio, per più di cento metri. Alla metà, in alto, fra le rocce, vi è un buco, onde entra un po’ di luce, ma è così scialba, così fantomatica, che aumenta il terrore della scena. Almeno, nella oscurità perfetta, non si misurerebbe tutta la grandiosità terribile dello spettacolo..... Di lassù, da quel buco, un giorno, è caduto un uomo, dentro l’abisso. Dove è morto, infranto sulle rocce, o affogato dalla collera spaventosa delle acque? Poiché, camminando come sonnambuli in quella stretta via che costeggia l’abisso, si sente crescere sempre più questa