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438 | lettere d’una viaggiatrice |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:445|3|0]]loro umiltà è così grande, il loro interiore abbandono spirituale è così semplice e così completo, che, forse, mai anime furono in così segreta e così diretta comunicazioni col Signore.
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Ma ove il cuore trafitto ed esaurito, nostro, meglio si abbatte in una solinga, taciturna commozione mistica, è negli alti santuari alpini, sorgenti, bizzarramente, in mezzo al deserto di un paesaggio maestoso, ove non sono né villaggi, né case, né altro che la grandezza e la solennità ’ della natura: sono santuari antichi, eretti da diecine di anni e forse da centinaia sulle vette più estreme e più diffìcili; eretti da un’antica pietà, dal bisogno di pregare più presso a Dio, in solitudine, in solitudine; eretti dallo sgomento di viaggi aspri e perigliosi su quelle altezze, come riposo, come rinfrancamento all’animo e al corpo, eretti dalla gratitudine dei pericoli scampati. Oh scopo segreto,