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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:455|3|0]]sentiero, ove tutto diventa periglio, il continuare la sconosciuta via o l’arrestarsi? Chi sa! Il semplice monaco, la cui vita esemplare e ardente di carità cristiana, si aggirò sempre fra le sgomentanti cime della catena del Monte Bianco, — e che dovevano mai essere di pauroso, dieci secoli fa! — ebbe una di quelle idee umili e profonde di bene, sgorgate da un impulso indomabile di sentimento e che da oscure e brevi, qual sembrano, diventano, poi, nella realtà della vita, grandi, feconde, luminose, apportatrici di consolazioni temporali e spirituali, per anni, per centinaia di anni, per decine di secoli. La storia sacra dice che il fraticello di Mentone, venuto dalle spiagge benedette di sole e di calore, alle bianche e gelide solitudini dei monti, dice che il buon santo, volontariamente vagante sulle cime più orride, nella notte, usciva da una sua capanna, e accompagnato da un grosso cane, da lui educato, a ricercare le traccie umane fra i nevai, fra i mortali ghiacciai, cercava coloro che, avventuratisi per miseria, per imprudenza, lassù, lassù, non avessero più scampo; e la piccola immagine dipinge il fraticello, fra le nevi eterne,

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