< Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
52 lettere d’una viaggiatrice

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:59|3|0]]degli Amieri a Gemma Donati, dalle fanciulle di Casa Amidei a Fiammetta, da Bianca Cappello a Luisa Strozzi, pensate voi a una folla di mogli e di figliuole di funzionarii, folla venuta da tutte le parti d’Italia, folla dal contrasto stridente, dalla stonatura, ahimè, irreparabile! Ah che voi ed io, nella più ridente età, salutavamo il sole e i fiori e il sorriso ineffabile materno, allora, e nulla vedemmo, di tutto questo, ma quanto dovette essere stupefaciente, tale spettacolo e come ognuno dovette trovarsi in una grave pena morale e fisica, e come ognuno, dal sovrano all’ultimo spazzino di ministero, dovette lasciare volentieri, dopo tre anni, quella dimora di antica bellezza immutabile, irriducibile che è Firenze, bellezza di cui è così difficile conservare nello spirito delle traccie profonde ed efficaci, bellezza su cui è impossibile ad essere umano imprimere, oramai, più, nessuna traccia!

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.