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l'anima antica | 57 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:64|3|0]]colosa, per una esaltazione di ogni energia intellettuale? Ciò che non si ebbe dal temperamento, ciò che non si ebbe come bizzarro dono di nascita, si domanderà a una coltivazione forzata, rapida, imperiosa e soggiogante? Sì, tale miracolo interiore anche si può fare. Si può entrare in Firenze, avendo cancellato, almeno per un certo tempo, tutte le forme moderne della propria vita segreta, ed essendosi creato uno stato d’animo, capace di tutto intendere e di tutto commuoversi. In un sogno, si può vivere a Firenze, pensando ancora di veder passare sul Ponte Vecchio, i contadini e le contadine di Toscana, dai larghi volti calmi che il Masaccio amava, accanto ai gentiluomini riccamente vestiti di velluto per piacere alle loro donne, ma custoditi da maglie d’acciaio il petto e il cuore, contro i colpi dei loro nemici: in un sogno, in qualche piccola via molto vecchia e molto taciturna, si può vedere, con la potenza della immaginazione, apparire una di quelle leggiadre figure muliebri che furono nel tempo, oggetto di amor gentile, di amor brutale e, forse, oggetto di morte; in un sogno, in un’ora matti-
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