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88 | lettere d’una viaggiatrice |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu{{padleft:95|3|0]] armonie di arte che la mano dell’uomo e il tempo e il sole carezzoso o ardente e le acque consacrarono, per la silenziosa delizia dei nostr occhi rapiti in un incanto che nessun altro paesaggio può darci? L’arte moderna, in quella stupenda città, ove a ogni mutamento di ora e di luce, nelle albe fresche e nei crepuscoli caldi, nelle giornate plumbee e basse come in quelle ove il cielo sembra una serica stoffa di un chiarissimo azzurro palpitante, si compongono e si decompongono quadri così svariati e intensi di bellezza, di malinconia, di sorriso, di tetraggine, che la nostr’anima sensibile vibra in ogni sua intimità e sente i fremiti più diversi unirsi, sovrapporsi, elidersi, passando, dalla serenità contemplativa alla immensa mestizia dei ricordi, sentendo, ora tutto il peso del mondo come lo sentiva la Portia di Shakespeare, sentendo, ora, il cuore libero e lieve, innanzi a quei quadri che il sole, che la luce, che le nuvole creano, in Venezia? L’arte moderna in quel paese ove, dalle antiche sale degli antichi palazzi patrizi, alle piccole chiese delle due isole, dai magnifici saloni ducali ai saloni