Pagina:Lettere sulla Alceste seconda (Bettoni 1808).djvu/95

Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

note

95

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lettere sulla Alceste seconda (Bettoni 1808).djvu{{padleft:95|3|0]]

<span title="ALCESTE SECONDA" style="color:#00a000">ALCESTE SECONDA

Opera parimenti postuma, pag. 235. Tomo ed Edizione citata.

SCENA SECONDA

feréo, alceste, adméto, coro, e figli

d'adméto.

Alceste.

Vieni, o padre, tu pure; a noi ti appressa;
Mira il tuo figlio misero, cui manca
E voce e senso e lena. Or per lui tremo;
E lasciarlo, pur deggio. Al di lui fianco
Tu starai sempre, osservator severo
D’ogni suo moto. - Io taccio: omai compiuto
Quasi è del tutto il sagrificio mio.

Feréo.

Figlio, abbracciami: volgi, al padre volgi
Deh tu gli sguardi.

Adméto.

Al padre? e il sei tu forse?

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.