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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Lezioni e racconti per i bambini.djvu{{padleft:40|3|0]]— Ma se non avessimo avuto tanta cura della tua personcina: se, in una parola, ti avessimo abbandonata a te stessa, che sarebbe avvenuto di te?

— Sarei morta, o malata, o stupida. Oh che buoni genitori m’ha dato il Signore!

— Eppure, a questi buoni genitori che t’amano tanto, tu dai qualche volta dei dispiaceri: sei bizzosa, svogliata, disobbediente.

— Babbo, ti prometto che da qui avanti non avrai più motivo di lamentarti di me: sarò buona e rispettosa: vedrai!

Questa conversazione fece un grande effetto sull’animo dell’Enrichetta: e quando vedeva la mamma tutta propensa pel suo fratellino, ed era testimone delle sue trepidazioni, della sua pazienza, della sua bontà, diceva a sè stessa: «La poveretta si è data lo stesso daffare anche per me.» Questo pensiero le ispirava molta tenerezza per i genitori, e la confermava sempre maggiormente nei suoi buoni propositi.

Lascialo ridere!


La signora Giulia si voltò indietro più volte: e quando giunse alla cantonata, fece colla mano un ultimo segno d’addio e sparì.

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