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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Loti - Pescatori d'Islanda.djvu{{padleft:109|3|0]]gsto amaro, discendendo silenziosamente sul suo lavoro, come quelle pioggie di estate che nessuna brezza porla e che cadono tutt’a un tratto, frettolose e pesanti, dalle nuvole troppo piene; allora non vedendo più, sentendosi spezzata, presa dalla vertigine dinanzi al vuoto della vita sua, ripiegò il vestito ampio di quella signora Tressoleur e cercò di coricarsi.
Il suo povero letto di signorina, diventava ogni giorno più umido e più freddo — come tutte le cose di quella casupola.
Infine la vinse un sonno angoscioso pieno di fantasmi e di spettri.
Capitolo Sedicesimo.
Delle settimane scure erano passate ancora, e si era già ai primi di febbraio, che, quell’anno, sembrava essere molto dolce.
Yann usciva dall’armatore dove era andato a prendere la sua parte del denaro della pesca, mille cinquecento lire, che avrebbe dato subito a sua madre, come era abitudine di famiglia. L’anno era stato buono ed egli se ritornava contento.
Vicino a Ploubazlanec vide un assembramento all’orlo della strada: una vecchia che gesticolava col suo bastone e intorno a lei dei monelli che ridevano. La vecchia nonna Moan!... La buona nonna di Silvestro adorato, tutta strappata, diventata ora una delle accattone stupide che fanno riunire la gente in istrada! Ciò gli provocò un dolore intollerabile.
Quei monelli di Ploubazlanec le avevano ucciso il gatto ed ella disperata li minacciava col suo bastone.
- Ah! se egli fosse stato qui, egli, il mio povero giovanotto, voi non avreste osato, certamente, cattivi ragazzi....
Ed era caduta per rincorrerli e batterli.