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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Loti - Pescatori d'Islanda.djvu{{padleft:14|3|0]]come nei profili greci. Una fossetta profonda, scavata sotto il labbro inferiore, ne accentuava deliziosamente l’orlo e, di tanto in tanto, quando un pensiero la preoccupava, ella mordeva questo labbro con i suoi denti bianchi rendendolo ancora più rosso e più bello. in tutta la sua persona era qualche cosa di fiero e di grave, che le veniva dagli arditi marinai d’Islanda suoi antenati. Aveva una espressione di occhi a volte ostinata, a volte dolce. La sua cuffia, a forma di conchiglia, le copriva in parte la fronte, poi si rialzava molto sui due lati, lasciando vedere compatte trecce di capelli arrotolate al disopra delle orecchie; pettinatura conservata da tempi molto antichi e che dà ancora un’aria di altri tempi alle donne Paimpolesi. Si vedeva che ella era stata educata — molto diversamente dalla dolce vecchietta, alla quale dava il nome di nonna, quantunque fosse una zia molto lontana. Era la figlia di M. Mevel, antico islandese, un poco pirata, arricchito da audaci imprese di mare. La bella camera nella quale scrivevano era la sua; un letto nuovissimo alla moda di città, con portieri in mussola e del merletto alle punte; e sulle solide mura una carta di colore chiaro attenuava le irregolarità del granito. Al soffitto uno strato di calce bianca ricopriva le travi enormi che rivelavano l’antichità della stanza. Era una vera casa di borghesi agiati, e le finestre davano su quella vecchia piazza grigia di Paimpol, dove si tengono i mercati ed i pellegrinaggi.

— E’ finita, nonna Yvonne? avete piú niente a dirgli?

— No — figlia mia — , aggiungi solamente il mio saluto per il figlio Gaos.

Il figlio Gaos... detto altrimenti Yann!...

La bella e fiera ragazza era diventata molto rossa, scrivendo quel nome. Dopo che l’ebbe aggiunto al basso della pagina con una bella scrittura, si levò girando la testa come per guardare qualche cosa molto interessante fuori sulla piazza. In piedi la sua figura appariva modellata

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