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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Loti - Pescatori d'Islanda.djvu{{padleft:160|3|0]]re. Senza dubbio tutto non era perduto poiché, egli, suo padre, non disperava. E, per dei giorni, lo attese ancora. — Era proprio l’autunno, al cader delle notti lugubri dove di buon’ora, tutto si faceva scuro nella vecchia casupola e scuro anche nei dintorni, nel vecchio paese bretone.
I giorni stessi sembravano dei crepuscoli: delle nuvole immense che passavano lentamente portavano l’oscurità in pieno giorno. 11 vento rumoreggiava costantemente, simile a un suono lontano di grandi organi di chiese, suono lugubre e disperato. Altre volte si infrangeva contro la porta con dei ruggiti da bestia.
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Ella era diventata pallidissima, tenendosi sempre più rammucchiata come fosse già vecchia.
Molto spesso toccava i vestiti del suo Yann, il suo bel vestito di nozze, spiegandolo, ripiegandolo come una maniaca — sopratutto una delle sue maglie azzurre che aveva conservato la forma del suo corpo; quando la posava dolcemente sulla tavola ne disegnava come per abitudine il rilievo delle spalle e del petto; poi alla fine l'aveva conservata in una sola scansia del loro armadio, non volendo smuoverla per conservarle quell’impronta.
Ogni sera delle nebbie fredde salivano dalla terra; allora guardava dalla sua finestra la landa triste, dove dei piccoli pennacchi di fumo bianco cominciavano ad uscire qua e là dalle casupole degli altri; dapertutto gli uomini erano ritornati uccelli viaggiatori portati dal freddo; nelle case degli altri le sere dovevano trascorrere dolci; perchè il rinnovellarsi dell’amore era cominciato con l'inverno nel paese degl’Islandesi.
E Gaud, sperando sempre che Yann si fosse fermato nelle isole lontane, aspettava.