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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Loti - Pescatori d'Islanda.djvu{{padleft:37|3|0]]Yann lesse le storie graziose della vecchia nonna Yvonne, che era l’unica per divertire gli assenti, e poi l’ultima frase che lo riguardava «Il mio saluto al figlio Gaos».

E finito di leggere le lettere, Silvestro timidamente mostrò la sua all’amico per tentare di fargli notare la mano che l’aveva scritta:

— Guarda — è una bellissima scrittura — non è vero Yann?

Ma Yann che sapeva bene quale era questa mano di fanciulla, voltò la testa, scotendo le spalle come per dire che lo si annoiava alla fine con questa Gaud.

Allora Silvestro ripiegò accuratamente il povero, piccolo pezzo di carta disdegnato, lo rimise nella sua busta e lo strinse nella sua maglia contro il petto dicendosi tristamente:

— Certamente non si sposeranno. — Ma che cosa può avere contro di lei?

..... Mezzanotte suonò alla campana dell’incrociatore. E essi restavano sempre là, seduti, pensando al paese, agli assenti, a mille cose, come un sogno...

A questo momento, l’eterno sole, che aveva un poco bagnato il suo orlo nelle acque, ricominciò a salire lentamente.

E fu il mattino...




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