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Pescatori d’Islanda
PARTE PRIMA
Capitolo Primo.
Erano in cinque, dalle forti e larghe spalle, appoggiati ad una tavola a bere, in una specie di stanza oscura che sentiva di salsedine e di mare. Si intuiva al di fuori il mare e la notte; una sola apertura era nel soffitto, ma chiusa da un coverchio di legno ed una vecchia lampada, sospesa alla volta, illuminava fiocamente. I cinque uomini asciugarono i loro vestiti bagnati presso il fuoco di un fornello, l’aria era tutta pregna del fumo delle loro pipe di terracotta. La tavola massiccia occupava tutta la stiva; essa ne prendeva esattamente la forma e vi lasciava tanto spazio quanto ne bastava per girarvi intorno e per poter sedere su dei cassoni stretti, attaccati con catene ai muri. — Delle grosse travi passavano al di sopra di essi quasi a toccare le loro teste e dietro i loro dorsi, delle cuccette, che sembravano scavate nello spessore del legname, si aprivano come le nicchie d’una sepoltura. Essi avevano bevuto, nelle loro scodelle, del vino e del cedro; la gioia di vivere rischiarava i loro volti che rivelavano la franchezza e la bontà. Discutevano di donne e di matrimoni. In una pietra verso il fondo vi era una santa Vergine in maiolica, l’immagine un poco antica e dipinta con arte ancora ingenua. Essa, in certe terribili ore di angoscia, aveva dovuto ascoltare più di un’ardente