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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Loti - Pescatori d'Islanda.djvu{{padleft:6|3|0]]preghiera; ai suoi piedi erano attaccati due bouquet di fiori artificiali ed un rosario. Questi cinque uomini vestivano tutti una grossa maglia di lana che copriva il loro corpo sino alla cintola; in testa una specie di elmo originalissimo. Erano di età diversa. Il comandante poteva avere quarant’anni; gli altri tre dai venticinque ai trenta anni. L’ultimo, che essi chiamavano Silvestro, ne aveva appena diciassette. Era, però, già un uomo per figura, per forza; una barba nera e ricciuta ne copriva le guance, aveva conservato solo i suoi occhi di fanciullo, assai azzurri e molto ingenui.
Così pigiati nella stanza angusta, sembrava trovassero un vivo benessere, scaldandosi al fuoco. Al di fuori era il mare, la notte e l’infinita desolazione delle acque nere e profonde. Un orologio di cuoio attaccato al muro, segnava le undici di sera, e contro il soffitto di legno scrosciava forte la pioggia. Essi parlavano piacevolmente di matrimonio. Facevano semplicemente dei progetti per quelli che erano ancora celibi, o raccontavano dei fatti curiosi avvenuti nel paese durante alcune feste nuziali. Non mancavano quindi le illusioni al piacere di amare; ma l’amore, come l’intendono gli uomini di quella tempra, è sempre un’espressione di sentimento sano e casto. Tuttavia Silvestro si annoiava perchè Yann non veniva. Forse lavorava ancora?
— A momenti sarà mezzanotte!... disse il comandante; e levandosi in piedi sollevò con la testa il coverchio di legno per chiamare l’assente:
— Yann, Yann esci dunque!...
L’uomo rispose rudemente dal di fuori. — Una fioca luce cadde da l’alto, sembrava una nera luce crepuscolare, riflessa da specchi misteriosi. Poi ben presto la piccola stanza ripiombò nella notte e la lampada ricominciò a illuminare fiocamente uomini e cose: si sentì discendere l’uomo per una scala di legno. Egli entrò e dovette piegarsi in due come un grande orso perchè era proprio