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7O di Tito Lucrezio Lib. II.

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  Che fin qui s’è prodotto, è da prodursi
  Anche per l’avvenire, e con l’istesse
  Condizioni, e nell’istessa guisa
  Esser, e crescer debbe, e tanta possa
  425Avere in se medesmo appunto, quanta
  Per naturale invariabil legge
  Gli fu sempre concessa; nè la somma
  Variar delle cose alcuna forza
  Non può giammai; perchè nè dove alcuna
  430Spezie di semi a ricovrar sen vada
  Lungi dal tutto non si trova al mondo,
  Nè meno ond’altra violenza esterna
  Crear si possa; e penetrar nel tutto
  Impetuosamente, e la Natura
  435Mutarne, e volger sottosopra i moti.
Nè creder poi, che meraviglia apporti,
  Ch’essendo tutti i primi semi in moto,
  La somma non pertanto in somma quiete
  Paja di star, se non se forse alcuno
  440Mostra del proprio corpo i movimenti;
  Posciachè de principj ogni natura
  Lungi da’ nostri sensi occulta giace:
  Onde se quelli mai veder non puoi,
  Ti fien anco nascosti i moti loro;
  445Massime perchè spesso accader suole,
  Che quelle cose, che veder si ponno,
  Celan mirate da lontana parte

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