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di Tito Lucrezio Lib. II. 79

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  Gli atomi son di quelli, onde si forma
  L’almo liquor dell’acque. E perchè tosto
  Veggiam colarsi il vino, ed il restio
  Oglio all’incontro trattenersi un pezzo?
  560O perch’egli ha maggiori i primi semi,
  O più curvi, o l’un l’altro in varj modi
  A foggia d’ami avviluppati insieme;
  Onde avvien poi, che non si presto ponno
  L’un dall’altro strigarsi, e penetrare
  565I fori ad uno ad uno, e fuori uscirne.
S’arroge a ciò, che con soave, e dolce
  Senso gusta la lingua il biondo mele,
  E il bianco latte; ed all’incontro il tetro
  Amarissimo assenzio, e ’l fier centauro
  570Con orribil sapor crucia il palato:
  Onde apprender tu possa agevolmente,
  Che son composti di rotondi, e lisci
  Corpi quei cibi, che da noi gustati
  Posson toccar soavemente il senso;
  575Ma quelle cose poi, che acerbe, ed aspre
  Ci sembrano, i lor semi hanno all’incontro
  Viepiù adunchi, e l’un l’altro a foggia d’ami
  Strettamente intrigati, onde le vie
  Sogliono risecar de’ sensi nostri,
  580E con l’entrata lor stracciarne il corpo.
Al fin tutte le cose al senso grate,
  E l’ingrate al toccar, pugnan fra loro

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