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84 di Tito Lucrezio Lib. II.

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  Poichè non in qualunque angusta mole
  Si posson molto variare insieme
  Le lor figure; conciossiachè fingi,
  Che sian pur quanto vuoi minuti, e piccioli
  695I primi semi, indi di tre gli accresci,
  O di poc’altri, e troverai per certo,
  Che se tu piglierai tutte le parti
  Di qualche corpo, e variando i luoghi
  Sommi co’ gl’imi, e co’ sinistri i destri,
  700Dopo che in ogni guisa avrai provato,
  Qual dia specie difforme a tutto il corpo
  Ciascun ordine lor; nel rimanente
  Se tu forse vorrai cangiar figure,
  Anche altre parti converratti aggiungere:
  705Quindi avverrà, che l’ordine ricerchi
  Per la stessa ragion nuove altre parti,
  Se tu forme vorrai cangiar di novo.
  Dunque co ’l variar delle figure
  S’augumentano i corpi, onde non devi
  710Creder, che i semi abbian tra lor le forme
  Difformi in infinito, acciò non forzi
  Ad esser cose smisurate al mondo;
  Il che già falso ti provai di sopra.
Già le barbare vesti, e le superbe
  715Lane di Melibea tre volte intinte
  Nel sangue di Tessaliche conchiglie,
  E dell’aureo Pavon l’occhiute piume

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