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88 di Tito Lucrezio Lib. II.

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  Nè mai fidarsi, ancorchè alletti, e rida
  800L’ingannatrice sua calma incostante:
  Tal se tu fingi in qualche specie i semi
  Da numero compresi, essi dovranno
  Per lo Vano profondo esser dispersi
  In varie parti, e da diversi flutti
  805Della prima materia in guisa tale,
  Che non potran congiungersi, o congiunti
  Trattenersi un sol punto in un sol gruppo
  Nè per novo concorso augumentarsi;
  E pur, che l’uno, e l’altro apertamente
  810Si faccia, il fatto stesso a noi ben noto
  Ne mostra, e che formarsi, e che formate
  Posson crescer le cose. È chiaro adunque,
  Che sono in ogni specie innumerabili
  Semi, onde vien somministrato il tutto.
  815Nè superare eternamente ponno
  I moti a lor mortiferi, nè meno
  Seppellir la salute eternamente;
  Ne di sempre servar da morte intatte
  Le cose una sol volta al mondo nate
  820Gli accrescitivi corpi hanno possanza:
  Tal con pari certame insieme fanno
  Battaglia i semi infra di lor contratta
  Fin da tempo infinito. Or quinci, or quindi
  Vince la vita, ed all’incontro è vinta
  825Mista al rogo è la cuna, ed al vagito

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