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90 | di Tito Lucrezio Lib. II. |
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Degli antichi Poeti i più sovrani,
Ch’Argo ne desse; e finser, che sublime
Sovra un carro a seder sempre agitasse
855Due Leon domi, ed accoppiati al giogo;
Affermando oltre a ciò, che pende in aria
La gran macchina sua, nè può la terra
Fermarsi in terra: aggiunsero i Leoni
Sol per mostrar, ch’ogni più crudo germe
860Dee, la natia sua ferita deposta,
Rendersi a’ Genitori obbediente,
Vinto da’ loro officj: al fin le ornaro
La sacra testa di mural corona,
Perch’ella regge le Città munite
865Di luogh’illustri. Or di sì fatta insegna
Cinta per le gran Terre orrevolmente
Si porta ognor della divina Madre
L’Immagin santa. Ella da genti varie
Per antico costume è nominata
870Ne’ sacrifizj la gran Madre Idea:
Le aggiungon poscia le Trojane turbe
Per sue fide seguaci; essendo fama,
Che pria da’ que’ confini incominciasse
A generarsi, a propagarsi il grano:
875Le danno i Galli, per mostrar, che quelli,
Ch’avranno offeso di lor Madre il Nume,
O fieno ingrati a’ Genitor, non sono
Degni d’esporre a’ dolci rai del giorno