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di Tito Lucrezio Lib. II. 99

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  1095Di ceruleo color, non puote al certo
  Di candidezza alabastrina ornarsi.
  Che se dipinti di color diverso
  Fossero i semi, onde si forma un solo
  Puro, e chiaro nitor nel sen di Teti;
  1100Come sovente di diverse forme
  Fassi un solo quadrato, era pur d’uopo,
  Che siccome da noi veggonsi in questo
  Forme difformi, anco del mar tranquillo
  Si vedesser nell’onde, ed in qualunque.
  1105Altro puro nitor varj colori.
Le figure oltre a ciò, benchè diverse,
  Non ponno ostar, che per di fuori il tutto
  Quadro non sia; ma posson bene i varj
  Colori delle cose oprar, che nulla
  1110D’un sol chiaro nitor s’orni e. risplenda;
  Senzachè ogni ragion, che induce altrui.
  Ad assegnare alla materia prima
  Differenti colori, è vana affatto.
  Poichè di bianchi semi i bianchi, corpi
  1115Non si vedon crear, nè men di neri
  I neri, ma di varj, e differenti.
  Conciossiach’è più facile a capirsi,
  E più agevole a farsi, che da seme
  Privo d’ogni color nascan le cose
  1120Candide, che da nero, o da qualunque
  Altro, che incontro lor combatta ed osti;

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